Ciao, Serafino

Purtroppo oggi è venuto a mancare il nostro Presidente, Serafino D’Onofrio.

Serafino si è spento al termine di una malattia, tra l’affetto dei suoi cari.

Il saluto a Serafino si svolge giovedì 24 marzo alle ore 10.00 presso il Pantheon della Certosa a Bologna.

Ci stringiamo tutte e tutti intorno alla famiglia, a cui vanno le nostre più sentite condoglianze.

Con affetto, la Segreteria AICS Bologna

I suoi “ragazzi” e le sue “ragazze” di AICS Bologna desiderano ricordarlo con un pensiero.

Al mio primo giorno da volontario in Aics, nel suo ufficio, durante il mio primo colloquio con lui, chiesi maggiori spiegazioni sul progetto di Servizio Civile a cui avrei partecipato. Si trattava di Boxe per adolescenti emarginati, argomenti di cui non ne sapevo nulla.

Purtroppo – o per fortuna! – la sua risposta non mi aiutò minimamente a capire meglio di cosa si trattasse: parlò di musica, eventi, palestre, personaggi curiosi che avrei conosciuto; parlò, gesticolando e con gli occhi sorridenti, di qualsiasi cosa, eccetto di quel progetto. Concluse con un “faremo grandi cose”. Sono uscito da quell’ufficio più confuso di prima, ma non vedevo l’ora d’iniziare…

Un suo grande motto era “bisogna avere almeno un’idea al giorno, per andare a dormire soddisfatti”. Continueremo ad avere grandi idee. Continueremo a fare grandi cose, come ci hai insegnato tu“.
Niccolò

Ci siamo conosciuti facendo un progetto… Un progetto che abbiamo anche perso…
Mi hai detto “non preoccuparti… Ce ne saranno altri…” non abbiamo mai smesso! Vulcanico, creativo, maestro, padre… Mi hai insegnato tutto quello che so… Una stima e un bene infinito tra noi.

Ti promettiamo che ci prenderemo cura gli uni degli altri come tu ti sei sempre preso cura di noi…
Finché non potremo riabbracciarci.

La tua colomba

La prima volta che ti ho visto mi hai travolto con le parole: su cosa avremmo fatto, su quanto ci sarebbe stato da sistemare, lavorare, conoscere. Ed è vero: questi 10 anni mi hanno travolta, in tutti i sensi.

Quanta vita, quanti progetti, quante soddisfazioni, quante litigate.
Io che rifuggo la retorica dell’organizzazione come una “famiglia”, se penso a te ho in mente proprio un padre di tutte e tutti con cui ti stimi, ti vuoi bene e ti fai le più grandi litigate.


Mi lasci molto, tanto da te ho imparato. Mi auguro che un po’ qualcosa te lo abbia lasciato anche io.
Mi mancherai moltissimo, Ser, le tue chiamate a orari impossibili, la tua risata, la tua grandissima generosità, i tuoi vocali, la tua voce, i tuoi preziosissimi consigli. Mi facevi molto ridere.
Io sono onorata di essere stata tua amica.
Noi continueremo al meglio quello che tu hai iniziato.

Ti voglio molto bene, hai segnato in modo indelebile la mia vita“.
Francesca Brunetti

Ciao Serafino,

non è facile lasciarti andare, sono anni che ci conosciamo, anni nei quali abbiamo litigato ma anche collaborato, anni di amicizia nei quali ti ho conosciuto come una persona saggia, ironica, colta e soprattutto buona.

Mi chiamavi “vecchia mia” oppure “sessantottina nostalgica” io che, quasi tua coetanea, ero l’unica con te a ricordare i tempi passati a questi nostri ragazzi in AiCS, tutti così giovani, così energici e pronti ad accettare tutte le sfide, un po’ come eravamo noi qualche anno fa! (forse più di qualche anno fa!!)

Ti lasci alle spalle una bellissima eredità, i tuoi ragazzi e ragazze faranno tesoro di quanto hai dato loro e anche io, nonostante il passato da “sessantottina” che crede in un bene migliore, penserò a te che vegli su di noi e sulla tua famiglia da un luogo dal quale vedrai crescere tutti i semi che hai piantato.

Ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre
Tiziana


Serafino era un omone buono che mi faceva ridere.

Ci urlavamo addosso tante volte, perché eravamo come il gatto e la volpe, due caratteri totalmente diversi. La sua esuberanza cozzava totalmente con la mia precisione. Era anche questo che in fondo mi piaceva del nostro rapporto, mi faceva sentire come a casa, in famiglia. Ero consapevole che anche se litigavamo tanto, poi ci ritrovavamo sempre a ridere e scherzare insieme. Era un uomo positivo e, come amava dire lui, sempre fiducioso che tutto sarebbe andato per il meglio. Era diventato un grande punto di riferimento per me a Bologna. Era un uomo di grande cultura e un esperto cantastorie. Ascoltarlo era un piacere!

L’ultima volta che abbiamo chiacchierato, nonostante fosse solo e spaventato in ospedale, continuava a chiedermi come era andato il Natale in famiglia, se a casa andasse tutto bene, come stavo io e come andava il lavoro.  

La sua maestosa risata contagiosa mi mancherà profondamente.

Serafino era un omone buono che lascerà nel mio cuore un vuoto grande tanto quanto lui.

Ciao Serafino, mi mancherai moltissimo!
Francesca Brecciaroli

Quando penso a Serafino penso alla parola Opportunità.

Serafino per me e per tante, anzi tutte le persone qui in AICS ha rappresentato l’opportunità di avere un lavoro, di fare qualcosa che piace e con dignità.

Ha dato a molte persone la prima occasione d’impiego, e a tante altre la seconda o la terza occasione in un mondo che raramente le offre.

Per capire quel vulcano che era Serafino bisogna individuare le molle che costituiscono il suo impulso ad agire. E una di quelle molle, che lo ha tanto motivato negli ultimi anni, era proprio quella di dare a quante più persone possibili la dignità di un lavoro, la possibilità di realizzarsi.

E quando parlo di Serafino come di un vulcano non è solo per fare una metafora partenopea: chi lo conosce sa bene che poteva avere le sue eruzioni, ma anche che attorno a sé aveva creato un terreno fertile di idee e di progetti.

Serafino sapeva guardare agli eventi e cogliere le opportunità che di lì a poco si sarebbero presentate, e sapeva motivare le persone quando era necessario dare il 110%.

Serafino ha costruito molto attorno a sé in termini di persone, progetti, infrastrutture e reti interpersonali; sapeva mettere a contatto persone diversissime per interessi, estrazione sociale e militanza politica.

Nell’ultimo decennio AICS era la casa che aveva contribuito a creare, e si è sempre assicurato che le fondamenta fossero solide, i muri robusti e il tetto senza buchi.
Sotto il grande tetto dell’AICS ci sono moltissime persone che gli saranno per sempre grate per le opportunità che ci ha dato.

Davide

Voglio ricordare il tuo sorriso, la tua generosità e il tuo entusiasmo.
Grazie per avermi dato fiducia e per tutto l’affetto
.
Ci mancherai sempre“.
Monica

Sono arrivata in AICS da pochissimo tempo e per ancora meno ho potuto lavorare con Serafino, che ha cominciato a combattere con la sua malattia troppo presto.

Fin dal primo istante, però, mi ha circondato intensamente con quella sua personalità frizzante ed esplosiva, che tutti conosciamo così bene. Una cosa di Serafino mi ha sorpreso più di tutto: è stato in grado di accogliermi con un calore così spontaneo e naturale che definirei quasi familiare, un modo di fare così genuino che sembra appartenere ad altri tempi, tempi preziosi che oggi non esistono più.

Tranne che in Serafino“.
Camilla