Big Mojo, Dancing Skeletons
ONO Arte Contemporanea – sabato 28 febbraio – ONO Arte Contemporanea e Background Music Shop presentano l’album di Big Mojo, Dancing Skeletons.
ONO Arte Contemporanea
sabato 28 febbraio
Big Mojo, Dancing Skeletons
ONO Arte Contemporanea e Background Music Shop presentano l’album di Big Mojo, Dancing Skeletons.
Blues, Electronica, House, Techno, Dub & Downtempo. Cuore, contemporaneità e tradizione si fondono in questo nuovo album di Big Mojo, alias Cesare Ferioli, musicista e produttore dalle molteplici e poliedriche personalità le cui radici sonore affondano lontane nel tempo. Nasce artisticamente con il punk e la new wave all’inizio degli anni ’80, passa attraverso il rock’n’roll e il blues per poi approdare alla produzione di musica elettronica, che gli permette di miscelare tutti gli elementi del suo vissuto musicale sotto forma di un suono meticcio che è sia passato che presente, è fusione, trasversalità.
Ne è la prova Big Mojo, Dancing Skeletons, album ricco di contaminazioni e collaborazioni con altri artisti tra cui Ulf Kjell Gür e Peter Danielsson, rispettivamente cantante e chitarrista degli svedesi NowLab, il songwriter Andrea De Luca (Radio City, Mama Grande), il bluesman padano Johnny La Rosa, il chitarrista dei Nabat nonché scrittore sotto lo pseudonimo di Wu Ming 5 aka Riccardo Pedrini, il cantante anglo-giamaicano Mike “the Young Lion” Anderson e tanti altri che troverete elencati nei credits.
Dancing Skeletons di Big Mojo è in grado di mettere d’accordo sia i fan del blues di Chicago che quelli della Detroit techno: è stato definito “Straniante, originalissimo, potentissimo” dallo scrittore e produttore discografico Antonio Bacciocchi.
Disponibile sia in formato digitale che in quello cd dgpack.
Bio:
Nato a Bologna nel 1967, fa la sua apparizione come batterista nel 1982 nella giovane band punk bolognese Uxidi D.C., poi membro fondatore della band new wave/post punk Tribal Noise.
Nel 1986 con i Jack Daniel’s Lovers percorre a ritroso la strada che lo porta alla radice del rock’n’roll fino all’esperienza dell’album “Stay out of jail” (1988 Lakota Records/Ricordi) prodotto da Steve Berlin dei Los Lobos con prestigiosi ospiti come Lee Allen (sassofonista di Fats Domino e Little Richard), David Hidalgo (Los Lobos), Candie Kane e Dave Alvin (The Blasters). La band oltre a suonare in lungo e in largo per la penisola italica e a partecipare a svariate trasmissioni RAI (tra cui molte puntate di DOC, il programma di Renzo Arbore) va in tour in Russia e Bielorussia con tappe a Leningrado e Minsk nel 1987.
Dagli anni ’90 si dedica al rock blues in particolare con il gruppo Dirty Hands e a svariate collaborazioni italiane e straniere fra cui Andy J. Forest, Jr Pitta and Junglebeat, X-Raymen, Sciacalli, Monque D Blues Band, Paul Orta and the King Pins. I Dirty Hands incideranno tre album (l’omonimo Dirty Hands, XXX Hot Chili e Four Cool Cats) distribuiti in tutta Europa dalla tedesca Cross Cut.
A fine anni ‘90 intraprende la strada del dj set e della composizione/produzione solista, dove fonde le sue esperienze ritmiche e compositive a base di blues, jazz, funk ed elettronica.
Il suo primo album Ready Made a nome Big Mojo (Irma Records 2008) lo porta nell’universo blacktronic, dove riesce a miscelare il patrimonio musicale rockblues/soulfunk con le ritmiche elettroniche come House, Techno e Downtempo.
L’album ottiene buon successo di pubblico e di critica specialmente in UK, dove grazie alla selezione di Don Letts (the Clash, Big Audio Dynamite ecc.) finisce in programmazione anche su Radio 6 BBC.
Three Hands Records è una label discografica che nasce nel 2000 nel triangolo Bologna Faenza Firenze.
Riccardo Rinaldi, produttore con esperienza ventennale nel settore House e Underground (ha creato team di lavoro come Pasta Boys e supportato e promosso tanti dj di tutto il Paese) decide di riunire una piccola schiera di dj produttori con l’intento di creare musica di confine, senza la logica commerciale di seguire le varie mode del momento nei club, ma più per recuperare la voglia di stare insieme in un posto creativo e produttivo come lo studio di registrazione. Mischiando i vari stili dei dj coinvolti con la sapiente arte di musicisti (Antonino Stella, Alessandro “Maestro” Garofalo, Max Paparella e Flavio Piscopo, solo per citarne alcuni), la Three Hands Records ha creato in questi anni di lavoro un proprio suono, senza compromessi e senza catene. Afro, blues, techno, tutto legato ad uno stile elegante e super ballabile, che unisce le esigenze della pista e il gusto di chi vuole ascoltare un disco a casa come colonna sonora della propria giornata.
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